Donna e Ministeri nella Chiesa: Ministeri della carità
(A cura di V. Trapani)
Già pubblicato su “ La vita in Cristo “ LVIII 3 ( 2009) p.48-50
Nella dimensione regale dell’identità cristiana si inscrive il dovere dei battezzati a perpetuare l’offerta di sé al Padre nei fratelli, sull’esempio del dono di sé fatto sulla croce dal Cristo. Questa è una ministerialità la cui specificità cristiana è oggi fortemente compromessa dalla moda del volontariato e dell’impegno nel sociale, e che necessita spesso di ritrovare le proprie motivazioni. Il tipo di ministerialità legate alla dimensione regale, non si limita infatti a servizi di tipo assistenziale, quanto alla totale dedizione nella prospettiva oblativa e può prescindere da forme di carità in senso materiale.
La Sacra Scrittura ci è testimone della sensibilità delle donne in questa direzione, e a tal proposito ci appare significativo il passo del Nuovo Testamento di Lc 8,1-3 dove si dice che le donne seguivano Gesù e lo “servivano”. Il verbo utilizzato è diaconeo, da cui il termine diacono, il cui raggio di azione ministeriale nella chiesa dei primi secoli era assai articolato, e spaziava dal servizio liturgico, alla collaborazione con le attività del vescovo, all’azione catechetica, alla vera e propria attività caritativa. È menzionata inoltre la diaconessa Febe (Rm 16, 1-2) e nelle fonti liturgiche e canoniche del primo millennio è testimoniata la presenza di donne impegnate nello svolgimento di svariate diaconie.
Oggi la Chiesa non conosce più queste tipologie di ministerialità femminili nella forma sacramentale o istituita, ma pullula di figure ministeriali femminili di fatto volte al servizio caritativo. Esso si esplicita in diverse concretizzazioni, che partendo dall’urgenza materiale si dirigono verso la formazione alla carità attraverso percorsi pedagogici di cui le donne sono le principali responsabili.