La circoncisione neonatale
(Dott. Vincenzo Ajovalasit*)
La circoncisione è una pratica chirurgica che consiste nell’asportare parte o la totalità del prepuzio del pene. La parola circoncisione deriva dal latino circum (“attorno”) e caedere (tagliare).
Sin dai tempi antichi la circoncisione è stata eseguita per i seguenti motivi:
a) circoncisione terapeutica
b) circoncisione profilattica
c) circoncisione rituale
d) circoncisione religiosa
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Vantaggi | Svantaggi |
Eliminazione del rischio di fimosi | Perdita della sensibilità |
Maggiore igiene | Perdita della sostanza lubrificante |
Diminuzione delle infezioni locali | Perdita di una zona erogena |
Diminuzione delle infezioni delle Vie Urinarie | Non è provata la diminuzione del contagio dell’AIDS. |
Diminuzione delle malattie veneree e dell’AIDS | Non necessaria per la prevenzione del balano postiti basta un’attenta igiene locale. |
Diminuito il rischio di tumore del pene | Possibilità di complicanze postoperatorie |
Vantaggi nella vita sessuale | Possibili inestetismi penieni |
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La circoncisione neonatale é una pratica antica, la cui origine va fatta risalire a circa 6.000 anni fa, quando era eseguita dai popoli che vivevano nella parte occidentale dell’Africa. Nel 2800 a.c. si hanno riscontri di tale pratica in Egitto come documenta il Papiro di Ebers, trovato a Luxor nel 1862 dall’archeologo tedesco Georg Moritz Ebers. Nel Papiro si trovavano spiegate le istruzioni come eseguire una corretta circoncisione e precisa inoltre come arrestare l’eventuale emorragia, adoperando una mistura di miele, polvere d’osso e sicomoro.
Per gli Egizi la circoncisione era attuata per consentire una buona igiene balano prepuziale, quindi era effettuata come misura profilattica.
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Nei popoli pagani primitivi dell’Africa orientale e centrale la circoncisione era eseguita come iniziazione prematrimoniale o prepuberale basata sulla credenza che ciò facilitasse i rapporti sessuali o come un rito necessario per l’ammissione di giovani alla classe degli uomini adulti.
Anche i Fenici praticavano la circoncisione avendolo appreso dagli Egizi.
Dal 25 a.C. nella Roma antica la circoncisione era praticata diffusamente, per motivi igienici, come risulta dal trattato di Aulo Cladio Celso ” De Medicina” dove si trova descritta anche la tecnica chirurgica da utilizzare.
Gli Ebrei e gli Arabi diedero alla circoncisione un’importanza religiosa, la imposero come segno distintivo di appartenenza religiosa, la documentazione scritta della circoncisione appare nella Bibbia (Genesi, 34, ed Esodo 4 e 25).
La religione ebraica si richiama al Brit milà, “patto della circoncisione”, fu comandato da Dio ad Abramo, il Padre del popolo ebraico, come segno del legame eterno tra Dio e la Casa d’Israele.
Nel mondo islamico la circoncisione non è solo un rito, né soltanto una semplice tradizione, è un aspetto essenziale della fede, perché consigliata dallo stesso Maometto nella Sunna, i detti del Profeta che spiegano il Corano.
Nelle popolazioni dell’America pre-colombiane, la circoncisione era praticata sia dalla tribù degli Athabaska del Canada, sia da alcune tribù messicane e perfino amazzoniche occidentali; infatti, gli Atzechi e i Totonacs circoncidevano i loro bambini con una cerimonia rituale a ventotto o ventinove giorni di vita.
Nell’Antica Grecia, la circoncisione non era molto eseguita come testimoniano le opere d’arte che ritraevano peni coperti dal prepuzio.
In diverse nazioni nel mondo si continua a praticare la circoncisione alla nascita, in Australia e negli Stati Uniti D’America è molto eseguita nei neonati come protezione dall`infezione da HIV, Papilloma virus e Herpes virus, ma anche per motivi religiosi ed etnici.
Nelle nazioni di fede ebraica e islamica, come già asserito, è eseguita per motivi religiosi.
Il neonato ebreo, è circonciso l’ottavo giorno dopo la nascita, dal Rabbino, ricorrendo all’uso di oggetti rituali (coltello dotato di lama particolare, scudo di protezione, contenitore per il prepuzio);
è in quest’occasione che si sancisce l’ingresso del neonato nella comunità ebraica con una cerimonia dove i genitori impongono il nome al circonciso.
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Nei mussulmani il periodo consigliato per eseguire l’intervento è dagli otto giorni di vita a prima della pubertà.
Come consuetudine è realizzata verso l’ottavo giorno dopo la nascita, per le minori complicanze postoperatorie di questa età, rispetto a quella puberale.
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In Africa Orientale e Centrale è eseguita alla pubertà ed è considerata un rito capace di abilitare alla vita sessuale rendendo più efficienti i rapporti “intimi” con l’altro sesso.
In Africa, nei paesi Arabi e in Israele sono i luoghi a maggiore concentrazione di circoncisi.
In Europa e la postectomia si esegue in caso di necessità medica, l’unica nazione europea con una percentuale maggiore di circoncisi è l’Inghilterra, si stima che in Europa sia meno del 5% la popolazione maschile con amputazione del prepuzio.
In Italia non è diffuso il rito della circoncisione per motivi religiosi o culturali e la maggioranza delle operazioni sono effettuate come cura alla fimosi.
Percentuale dei Maschi Circoncisi nel mondo:
U.S.A.: 60-70%
Canada: 25-35%
Australia: 20-30%
Europa Occidentale: 2% – 4%
Africa: oltre 80%
Paesi Arabi: oltre 90%
Israele: oltre il 90%
In Italia non è prevista l’assistenza da parte del SSN per chi voglia sottoporsi alla circoncisione per motivi non terapeutici. Questa indisponibilità, a trattare questi soggetti presso le nostre strutture sanitarie pubbliche, comporta il ricorso a pratiche inadeguate da parte di operatori non medici, che esercitando con strumenti non sterili e in luoghi non idonei, possono determinare una maggiore percentuale di complicanze, di cui sono incompetenti a curare; la più temibile è l’emorragia prepuziale.
I chirurghi pediatri sono spesso chiamati a correggere, spesso in condizioni di urgenza, gli esiti di tali pratiche; in questi casi il SSN si trova a coprire i costi di degenze, considerevolmente superiori rispetto a quelli sostenuti per un intervento eseguito in Day Surgery.
Il ruolo del medico non è solo diagnostico e terapeutico, ma è anche garante d’informazione sanitaria e quindi di prevenzione.
La prevenzione è soprattutto informazione. L’informazione deve riguardare tutta la società adoperando i mezzi di comunicazione disponibili, coinvolgendo soprattutto l’individuo, la famiglia e la scuola.
In medicina la prevenzione consiste e si compie classicamente in tre momenti:
a) nell’impedire, il verificarsi o il diffondersi di fatti non desiderati o dannosi;
b) nell’evitare che accada uno stato patologico;
c) nel fare una diagnosi precoce che consenta di guarire la malattia e di impedirne le complicanze.
Pertanto è importante informare, a chi desidera fare la circoncisione, quali sono i rischi quando l’intervento è eseguito da mani inesperte ed in luoghi non adatti ed orientare questi soggetti verso strutture qualificate, che oltre a fornire una prestazione con personale qualificato, assicurano un controllo nel postoperatorio.
L’informazione va eseguita correggendo quegli errori culturali che tendono a descrivere il prepuzio come una piccola parte di pelle inerte (un eccesso di pelle priva di qualsiasi ruolo), è giusto conoscere le sue funzioni:
- E’ la parte più erogena del pene per quantità, concentrazione, e qualità dei recettori sensoriali, contiene oltre 1000 terminazioni nervose, tagliandolo si toglie parte del piacere sessuale.
- Protegge la mucosa del glande, conservandone intatta la sensibilità prevista dalla natura.
- Procura sensazioni molto forti, e ha una funzione di autolubrificazione.
- Il prepuzio protegge il pene del neonato dall’urina e dalla materia fecale.
E’ necessario ricordare che le sensazioni più importanti della stimolazione del pene, durante il rapporto sessuale, provengono dal prepuzio, dal frenulo e dal glande.
Qualsiasi intervento chirurgico, eseguito secondo l’adeguate norme sanitarie, è gravato da una percentuale di complicanze; nella circoncisione l’incidenza di complicazioni postoperatorie è riportata con diversa frequenza, tra lo 0.1% e il 20%. Quelle immediate sono: il dolore, la disuria, l’edema locale, la ritenzione urinaria e il sanguinamento. Quelle a media-lunga distanza dall’intervento sono le affezioni dell’epidermide, la cicatrizzazione macroscopica, le erezioni dolorose, le stenosi del meato uretrale, non ultima la possibilità che si creino degli inestetismi locali, quale pene invaginato o asimmetrie della parte terminale del pene, che possono creare problemi psicologici ai pazienti operati.
A causa di quanto detto, è necessario fare una considerazione: qualsiasi intervento chirurgico, anche quello più semplice, è gravato da una percentuale di complicanze postoperatorie, quindi è opportuno intervenire chirurgicamente solo quando una causa medica giustifica l’atto operatorio.
*Dott. Vincenzo Ajovalasit
Dirigente medico di Chirurgia Pediatrica
Responsabile dell’Ambulatorio di Andrologia Chirurgica Pediatrica
Ospedale Casa del Sole
Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti “Villa Sofia – Cervello” Palermo