Riapre la Catena
(Renata De Simone)
Il giorno 17 aprile, alle ore 11, con una cerimonia ufficiale, alla presenza del Presidente del Senato, on. Renato Schifani, saranno inaugurati i nuovi locali della Casa dei Teatini alla Catena, sede storica dell’Archivio di Stato di Palermo. Torna così a rivivere, dopo anni di restauro per la messa in sicurezza dei vetusti ambienti, un pezzo significativo di storia cittadina.
Prima sede a Palermo dei Padri Teatini, la Casa della Catena fu costruita tra il 1602 e il 1612, grazie ad un sussidio di 3.000 scudi offerto dal Senato della città. Essa deriva il suo nome dalla annessa Chiesa, esistente sin dal sec.XIV e completamente riedificata nei primi anni del 500, di S.Maria della Catena, che i frati ebbero in uso per concessione della omonima Confraternita. L’attuale struttura dell’edificio, elevato su due piani culminanti in una terrazza, con corridoi che si snodano intorno al piccolo chiostro interno, rispecchia la ristrutturazione effettuata nel corso del Settecento, secondo i modelli dell’architettura conventuale dell’epoca. I lavori del 1701, diretti dal frate gesuita Filippo Giudice, che fu in contatto con l’architetto Paolo Amato, ebbero lo scopo di edificare un nuovo dormitorio per i frati e un chiostro soprelevato rispetto al precedente, rafforzando le primitive strutture portanti della costruzione, che venne ad allinearsi con l’elegante palazzo limitrofo che ospitava l’Ospedale di S.Bartolomeo (di cui oggi rimane solo parte del loggiato). I successivi lavori, intorno alla metà del Settecento, firmati dal proingegnere del Senato di Palermo, Giovanni del Frago, determinarono una nuova sopraelevazione e la sistemazione definitiva dell’edificio. Gli interventi ottocenteschi e l’ultimo restauro del secolo scorso, finalizzato ad isolare la splendida tribuna della annessa Chiesa, non hanno cancellato l’imponente bellezza della facciata, caratterizzata dal contrasto cromatico tra il chiaro intonaco del fondo e il caldo colore della pietra muraria tufacea visibile nel basamento, nei grossi bugni angolari, nelle cornici delle finestre allineate ed evidenziate da mostre, nei balconi a balaustra, poggiati su mensole con intaglio di gusto barocco. Il portone d’ingresso, sormontato dal frontone spezzato di memoria gaginiana e coronato dallo stemma dei Teatini, dà accesso all’elegante chiostro, con fontana dal contorno mistilineo, posta su un’alta pedana con gradino, un tempo attorniata da palme, banani e alberi da frutta. Il chiostro è chiuso da un porticato, con colonne di pietra di Billiemi, di un calcare compatto, poggiate su un doppio plinto quadrato, a sostegno di archi a tutto sesto, con fregio barocco di foglie d’acanto e conchiglie, realizzati in pietra d’Aspra.