LA SCIENZA IN BLOG: MISTERO O CERTEZZA NEL FENOMENO DEGLI SPIAGGIAMENTI DEI CETACEI?
(Gabriella Notarbartolo)
Da alcuni anni e soprattutto negli ultimi mesi gli episodi degli spiaggiamenti di cetacei sono molto aumentati. Uno degli ultimi in ordine di tempo avvenuto in Italia è stato, lo spiaggiamento dei capodogli in Puglia a dicembre 2009. Episodio che ha mi lasciato l’amaro in bocca per l’esito, la morte di tutti gli esemplari, e per l’atroce agonia di 48 ore a cui i soccorritori hanno dovuto assistere. Atroce e soprattutto inspegabile se pensiamo che la presenza di questi mammiferi non è molto frequente nello stretto mare Adriatico. In generale, balene e delfini sono più abbondanti nella porzione occidentale e centrale del bacino Mediterraneo, più vicine all’oceano Atlantico, mentre si fanno più rari nella porzione orientale e nel mar Nero. Per comprendere meglio questo fenomeno dobbiamo conoscere un po’ più da vicino questi straordinari animali che popolano il mare.
I Cetacei sono mammiferi marini di grandi dimensioni al cui ordine appartengono balene, megattere, delfini, capodogli ed orche. Presenti nel mar Mediterraneo sono soprattutto capodogli, qualche specie di balenottera e diverse specie di delfini non sempre benvoluti dai nostri pescatori perché distruggono le reti e “ rubano “ il pesce. Sono animali longevi che occupano i livelli più alti della piramide alimentare marina e si riproducono con grande lentezza. Per questi motivi sono particolarmente vulnerabili ad una serie di minacce derivanti dalle più disparate attività umane. La situazione nel Mediterraneo è ancora più delicata trattandosi di un mare semi-chiuso sulle cui coste vivono centinaia di milioni di persone.
Molti cetacei compiono delle migrazioni da zone in cui si cibano a quelle in cui si riproducono. È questo il caso delle megattere (Megaptera novaeangliae), che in estate nuotano e si nutrono nei mari delle regioni polari, abbondanti di krill, per poi migrare verso l’equatore in inverno, dove avviene l’accoppiamento e il parto delle femmine gravide.
Non si conoscono ancora bene i meccanismi attraverso cui i Cetacei riescono a trovare le rotte migratorie. Si pensa che possano basarsi sul campo geomagnetico, sulla posizione del sole, sulle correnti marine o sulla localizzazione della provenienza di suoni a bassissima frequenza. I cetacei sono animali che comunicano e si relazionano con l’ambiente e i propri simili attraverso i suoni. Questi animali emettono dei suoni anche per cacciare infatti producono una serie di suoni ad alta frequenza, detti click, che vengono diretti nella direzione in cui punta la testa ( ecolocalizzazione). Quando i click raggiungono una preda, rimbalzano e tornano indietro. L’eco di ritorno viene recepita dalla mandibola, che trasmette le vibrazioni all’orecchio per mezzo di una sostanza oleosa. I suoni vengono usati anche per stordire le prede, soprattutto pesci come le aringhe. Non solo, ma i capodogli e i delfini producono anche dei suoni a basse frequenze, i fischi (whistle) e i bark, che sono simili all’abbaiare di un cane, questi suoni svolgono un ruolo importante nella comunicazione. Le megattere invece producono suoni a frequenza variabile, che formano dei veri e propri canti.I rumori sottomarini prodotti dall’uomo possono quindi interferire con le attività dei Cetacei, che basano gran parte dei loro comportamenti riproduttivi e alimentari sui segnali acustici. I principali rumori in mare sono causati da test sismici, dragaggi dei fondali, perforazioni sottomarine e traffico marittimo. Spesso questi rumori viaggiano per chilometri sott’acqua e possono causare la perdita temporanea o permanente dell’udito dei Cetacei. Un problema di particolare importanza riguarda le operazioni militari svolte negli oceani dalla marina. L’uso di esperimenti svolti con i sonar o i test di nuovi esplosivi causano enormi danni ai Cetacei. Spiaggiamenti di massa di un gruppo di ziifidi che non presentavano nessun sintomo apparente, se non il sistema uditivo danneggiato, sono stati fortemente correlati con le operazioni militari che si stavano svolgendo nella zona in cui vivevano gli animali. I danni al sistema uditivo sarebbero quindi una delle cause più evidenti degli spiaggiamenti. E se non fosse questa azione di “ disturbo” da parte dell’uomo la sola causa degli spiaggiamenti?
Ritengo che animali che utilizzano il campo magnetico terrestre per orientarsi negli spostamenti siano fortemente sensibili alle variazioni dello stesso.
Nel 2004 ricercatori tedeschi hanno associato i frequenti spiaggiamenti dei capodogli delle acque del mare del Nord all’attività solare. Analizzando gli spiaggiamenti di questi Cetacei avvenuti dal 1712 al 2003 i ricercatori si accorsero che il 97% di essi si verificavano nei periodi di minimo dell’attività solare. Il campo magnetico terrestre fa da scudo alla superficie della Terra dalle particelle cariche del vento solare che costituisce il fenomeno più evidente dell’attività solare. È compresso dal lato del giorno (ovvero del Sole) a causa della forza delle particelle in avvicinamento, mentre è esteso dal lato della notte. Il campo magnetico terrestre non è costante nel tempo, ma subisce notevoli variazioni sia in termini direzionali che di intensità anche per effetto dell’attività solare.. Alcuni scienziati ritengono, sulla base dei dati in possesso, che sia possibile affermare che i poli magnetici della Terra si siano invertiti oltre una decina di volte negli ultimi 30 milioni di anni, probabilmente non con una frequenza precisa ma all’incirca ogni 300 mila anni.
L’ultima inversione si sarebbe verificata circa 780 mila anni fa, anche se non tutta la comunità scientifica è d’accordo sulla datazione di questi eventi epocali.
Gli studi condotti nel XX secolo sul magnetismo terrestre hanno permesso di calcolare che nell’ultimo secolo il campo magnetico della Terra si è ridotto del 10%.
Gli effetti del campo magnetico solare sulla Terra includono, principalmente durante i periodi di massima attività, le aurore polari, le interferenze e le interruzioni delle comunicazioni radio e della potenza elettrica.
Il responsabile delle ricerche sul geomagnetismo dell’Istituto nazionale di Geofisica, Angelo De Santis, nonché collaboratore dell’ESA (L’Agenzia spaziale europea) ritiene che l’inversione dei poli magnetici potrebbe avere determinati effetti sulla vita umana e del mondo animale.
Tale fenomeno infatti porterebbe la Terra ad avere una minore schermatura contro il vento solare e questo potrebbe comportare un assottigliamento dello strato di ozono e una maggiore penetrazione delle radiazioni ultraviolette che determinerebbe un aumento delle malattie tumorali per gli esseri umani.
Il fenomeno potrebbe avere anche effetti sulle specie animali che impiegano il campo magnetico per il proprio orientamento (le balene, le tartarughe, alcune specie di uccelli migratori).
E’ quindi plausibile credere che l’aumento degli spiaggiamenti dei Cetacei sia forse da attribuire a cause molteplici, quelle proprie delle attività umane come l’inquinamento ambientale e acustico ed altre assolutamente naturali legate alla vita del nostro pianeta che si modifica seguendo le leggi dell’universo.
Fonti bibliografiche: Edicolab : Il campo gravitazionale terrestre di Giuseppe Badalucco
Wikipedia: I Cetacei- Il campo magnetico terrestre.
Foto: blogSicilia, AgirOra network., repubblica.it