Una lezione sul "Principe"
(Gabriella Maggio)
Venerdì 12 febbraio presso il Liceo Scientifico “St. Cannizzaro” di Palermo, il prof. G. Anselmi ha svolto una lezione su “Il Principe “ di N. Machiavelli. L’incontro è stato organizzato dall’A.D.I. ( Associazione Insegnanti Democratici) di Palermo. Il prof. Anselmi, direttore del Dipartimento di italianistica dell’Università di Bologna si interessa particolarmente di letteratura umanistica e rinascimentale, come testimoniano le circa ottanta opere pubblicate in Italia ed all’estero sull’argomento. La sua lezione è stata soprattutto metodologica : “ inquadrare” il “Principe” nel contesto storico, culturale, biografico; analizzre il suo linguaggio.
Secondo Anselmi il “De Principatibus” indica una soluzione al disastro politico ed economico italiano. Il principato non è per Machiavelli un regime ideale, ma necessario come risposta ai tempi ed alle situazioni dell’Italia della prima metà del ‘500 che sta per subire il “sacco di Roma”. Per la prima volta, rispetto ai Trattati dell’epoca, il Principe propone uno studio antropologico della politica. Le qualità del “principe” sono quelle di alcuni animali: volpe, leone senza assumere per questo un significato negativo. Ancora per la prima volta si nota il ruolo centrale della gioventù nell’esercizio del potere e nella lotta contro la “fortuna”, che, come crede Machiavelli, è donna ed ama essere sottomessa dai giovani. Sarà successivamente la Rivoluzione Francese a dare il potere ai giovani. L’ultimo capitolo del “Principe”, secondo Anselmi, non è retorico, ma consequenziale a tutta l’opera in quanto cita un’autorità indiscussa anche in campo politico, quella di Petrarca; infatti Machiavelli ed il Poeta convergono sul significato della parola “ virtù”. E’ importante riflettere, conclude Anselmi, che in Italia si entra nei saperi specifici attraverso la letteratura, oltre all’esempio di Machiavelli troviamo Galilei per la scienza e Vico per la filosofia.