IN MEMORIA DI J. D. SALINGER
(Gabriella Maggio)
J.D. Salinger è morto alla veneranda età di 91 anni. Non scriveva da tempo, le sue opere pubblicate risalgono ai lontani 1951 “ Il giovane Holden” e 1953 “ Nove Racconti” . Ci si è chiesto se il suo successo fosse dovuto all’assenza, al vivere appartato e schivo , al non scrivere più. Può darsi. In una società affannosamente condannata all’apparire e alla pubblicità è probabile che Salinger avesse scelto l’essere. E non è così strano. Credo che chi ha scritto : “ Ehi, Horwitz-dissi- Ci passa mai vicino allo stagno di Central Park? ..Sì, e allora ? ……Be’ , sa le anitre che ci nuotano dentro ? …..Che per caso sa dove vanno d’inverno?…..” ; “ Io abito a New York e pensavo al laghetto di Central Park..Chi sa dove andavano le anitre quando il laghetto era tutto gelato e col ghiaccio sopra. Chi sa se qualcuno andava a prenderle…..o se volavano via” ( dal “Giovane Holden”) cerchi di non lasciarsi ingoiare dalla quotidianità e dall’ovvietà delle situazioni e cerchi una vita autentica. Questa delle anatre è una delle domande che Holden si pone, ma non ha risposta. Il fascino o se si preferisce la grandezza di Salinger credo che sia qui, non ci sono risposte che risolvono e consolano. C’è una ricerca continua di significato all’interno della propria esperienza. Dice Holden “ Come fate a sapere quello che farete, finchè non lo fate ?”. Il “Giovane Holden” piace ancora ai ragazzi. Quando se ne propone la lettura è un successo. I “Nove racconti” credo che siano meno letti, esprimono in maniera più diretta una grande pietà verso gli uomini, le loro storie squallide, lontane da certe contemporanee rappresentazioni filmaiole della vita americana. Non a caso il fratello maggiore di Holden, D.B. : “ Sta a Hollywood….è pieno di soldi adesso….ha scritto quel formidabile libro di racconti”Il pesciolino nascosto”…ora sta a Hollywood a sputtanarsi. Se c’è una cosa che odio sono i film”.