I cosiddetti Vespri: II. L’invenzione patriottico-risorgimentale di Michele Amari – 1842
(Carmelo Fucarino)
La data di nascita della grande epopea del Vespro siciliano è il 1842, quando l’insigne storico, arabista (Storia dei Musulmani di Sicilia in tre volumi del 1854-72), e uomo politico Michele Amari (Palermo, 7 luglio 1806 – Firenze, 16 luglio 1889) pubblicò La guerra del Vespro. Tutto ebbe inizio con la vicenda romantica e lacrimevole di un’anonima fanciulla palermitana oltraggiata all’ora del vespro del 31 marzo 1282, lunedì di Pasqua, da un tale Drouet, soldataccio francese al servizio del re Carlo I d’Anjou. Egli intese alla lettera il comando di perquisire i cittadini alla ricerca di armi, non escludendo il seno delle donne. Fu il la alla “caccia ai francesi”, prima a Palermo e poi da Corleone in tutta l’isola sotto il termine «Antudo!», parola d’ordine usata dagli esponenti della rivolta e che ha accompagnato e accompagna ancora sia i movimenti separatisti che le liste autonomistiche siciliane. Si ricorda il celebre shibboleth (parola ebraica, “fiume”, “torrente”, o “spiga”, usata dai Galaaditi per impedire la fuga dei loro nemici Efraimiti attraverso il Giordano, in Giudici, 12, 5-6) per individuare i francesi ed ucciderli: si mostravano loro dei ceci e si chiedeva il nome ciciru, che i francesi pronunciavano siserò. Oppose resistenza il castello di Sperlinga (Quod Siculis placuit sola Sperlinga negavit”). Il 3 aprile 1282 fu adottata la bandiera giallo-rossa, al centro l’immagine mitica della Trinacria, vessillo della Sicilia e la scritta Antudo. Per gli amanti di curiosità il rosso era di Corleone e il giallo di Palermo in seguito all’atto di confederazione stipulato da 29 rappresentanti delle due città. Michele Amari fu Ministro delle Finanze durante lo sfortunato 1848 e senatore nominato il 20 gennaio 1861, Ministro dell’Istruzione Pubblica dal 1862 al 1864.