Gigliola Siragusa

(Toto Pensabene)

Si può chiudere un occhio pronti a sorvolare su qualcosa che non ci piace, sulle brutture del mondo (e questo tante volte non è bene), ma l’occhio si può chiudere anche quando, volendo essere propositivi,  si scatta una fotografia  per inquadrare l’immagine che ci ha colpito di più e fissare nel tempo una situazione, un luogo, un pensiero, un ricordo, un proposito, un piacere, un dolore…
Gigliola Siragusa, da un anno a questa parte, della fotografia ne ha fatto una scelta di vita: ha ricominciato quasi per gioco, spinta dall’idea di poter fermare il tempo almeno attraverso la fotografia, come lei dice. Una laurea in lingue e letterature straniere e un corso di interior designer hanno formato la personalità di questa creativa signora. Al suo attivo vanta già un primo premio vinto al Concorso Fotografico Nazionale A.C.R.I. ( dicembre 2008) ed è risultata finalista al Concorso per l’Immigrazione bandito dal Ministero degli Affari Esteri (ottobre 2009). Per Gigliola la fotografia è uno dei  principali mezzi di espressione della società moderna: “ attraverso una foto”, spiega, “ si può svegliare una coscienza “. Predilige la fotografia che nasce dalle situazioni spontanee ma quello che l’appassiona maggiormente è andare in giro per città e paesi della nostra terra a fotografare l’animo siciliano attraverso tutto quello che lo rappresenta.
Ha creato un blog fotografico incentrato sulla città di Palermo

Living Palermo – http://gigliolasiragusa.blogspot.com/

in cui vengono messe in evidenza le immagini della nostra città “nel bene e nel male”.
Tra i suoi principali desideri quello di poter fotografare Palermo con meno degrado attorno a se.
Mi diceva Gigliola qualche giorno fa:
“ Il grande Calvino nel romanzo “Le città invisibili” parla di un mondo delle città in cui “niente è ciò che sembra e niente sembra ciò che vuol sembrare” : la mia sensazione è che questa definizione si addica molto allo stato in cui versa al momento la nostra Palermo. Esprimo il desiderio di non morire disperata vivendo di speranza “.

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