Ci mancano Pasquino e le statue parlanti di Roma

(Carmelo Fucarino)


Nel 1501, il cardinal Oliviero Carafa fece addossare sull’angolo di Palazzo Orsini, sua residenza, una statua, proveniente forse dalla decorazione dell’antico Stadio di Domiziano nell’area dell’attuale Piazza Navona, che rappresentava Menelao che trascina fuori dalla mischia il corpo di Patroclo morente (Iliade, XVII), copia di un originale forse di Antigonos (240-230 a.C.). Allora, trovandosi sul percorso della via Papale, durante la festa di S. Marco (25 aprile), il busto era abbigliato come una divinità (Venere, Giano o Apollo) e il suo piedistallo divenne il luogo scelto da Pasquino (sarto, fabbro o calzolaio?) per affiggervi i suoi epigrammi satirici in versi o in prosa.
Seminario di Gubbio, sì, quello del celebre “lupo”, ma anche degli omicidi settimanali risolti da don Matteo: il responsabile della Funzione pubblica, furente fustigatore di fannulloni e bamboccioni, ha tuonato contro i “cineasti parassiti, gente che ha preso tanti soldi e ha incassato poco al botteghino. Gente che non ha mai lavorato per il bene del Paese, anzi non ha mai lavorato”, con invito al ministro competente a chiudere “al più presto” i rubinetti del Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo, art. 1 legge 30.4.85, Governo Craxi; decreto 13.2.2009, Enti lirici 47,5%. cinema. 18,5%, prosa 16,3%, musica 13,7%, danza 2,3%, attività circensi 0,2%).

13 settembre: “Lo Stato ha il dovere di finanziare la cultura, dalle biblioteche ai restauri, ma lo spettacolo è un’altra cosa. Ma perché finanziamo il cinema? Forse che finanziamo il piano bar o la discoteca? E anche i giornali devono andare sulle loro gambe … Molti di quelli che alzavano il braccetto poi hanno chiuso il pugno. Per esempio Rossellini, prima si faceva dare i sogni dal regime e poi ha cambiato idea … Accostare lo spettacolo alla cultura è un grande imbroglio”. Nulla poi disse dei milioni di pubblico denaro per i colossal Barbarossa e Baaria.
23 dicembre: «Nemmeno nei suoi sogni più azzardati Christian De Sica aveva osato tanto»: il cinepanettone è stato dichiarato ufficialmente “film d’essai”, «e non per un qualche colpo di mano dei fan del supertrash o una resa incondizionata del fronte unito Critici & Castigamatti, ma per “merito” della legge italiana sul cinema» (Paolo Mereghetti in Corriersera).
27 dicembre: Farefuturo attacca l’ultimo prodotto da record di Neri Parenti: «Boicottiamo il cinepanettone». «Il punto non è se ti piace ridere con Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Michelle Hunziker, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi e dare i soldi del tuo biglietto alla pellicola di Neri Parenti. Ci mancherebbe. Il punto è, invece, che è assurdo che la stessa pellicola benefici dei crediti d’imposta e degli aiuti fiscali e monetari pensati per sostenere gli esercenti più attenti e coraggiosi, quelli che, cioè, dovrebbero dare spazio ai film culturalmente più stimolanti» (Cecilia Moretti, su Farefuturo).

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