Inquinamento ambientale e patologia respiratoria
(Prof. Vincenzo Bellia*)
Una delle conquiste culturali più importanti e più largamente condivise del nostro tempo sembra essere la sensibilità nei confronti dei temi dell’ambiente e l’attenzione ai rischi dell’inquinamento. Tuttavia in genere non si va oltre una generica preoccupazione proiettata verso un ipotetica e futuribile catastrofe ambientale (la CO2, il riscaldamento planetario, il clima etc.) e si ignora l’attualità del disastro che ci circonda nella vita di tutti i giorni. Di fronte alla condizione delle nostre città ed in particolare a quella di Palermo non è consentito farsi illusioni: l’indignazione a lungo andare stanca e lascia il posto al mugugno e questo, a sua volta, in breve alla rassegnazione.
Viviamo così in una pericolosissima “anestesia” che sottintende una ignoranza di fatto dei reali pericoli che corriamo. Basta fare alcune considerazioni spicciole. Vivere in qualunque ambiente significa prima di tutto respirarne l’aria: dalla nascita alla morte non possiamo non respirare senza interruzione ad una frequenza di circa 20 atti al minuto; con ciascun atto respiratorio muoviamo circa mezzo litro d’aria. Il conto è presto fatto: ogni giorno inaliamo 14400 litri d’aria, che in un anno fà 5.256.000 litri di una miscela contenente anche ossigeno, ma soprattutto gas di scarico di diesel di autobus e camion mai controllati, polveri liberate dagli impianti di riscaldamento mai sottoposti a revisione, fumi di cassonetti bruciati da concittadini esasperati quanto incivili etc
Dove va a finire tutto questo carico di tossici e di irritanti ? Non è necessario essere pneumologi per rispondere: nei polmoni, è ovvio. Ma quanti riflettono sul fatto che i polmoni non sono un sacchetto di plastica, inerte che può, sia pure malvolentieri farsi ospite di rifiuti che si accumulano: I polmoni costituiscono invece una delicatissima e molto sofisticata superficie di scambio dove assumiamo l’ossigeno che ci è vitale e ci liberiamo della CO2 di troppo ? E quanti sanno che l’estensione della superficie polmonare che in ogni istante è indispensabile mantenere integra è pari a quella di un campo da tennis ? La partita che vi si gioca ogni momento su questo campo è la più drammatica che si possa immaginare, quella tra salute e malattia, tra la vita e la morte: Non si tratta di esagerazione né di allarmismo se è vero, come è vero, che le malattie connesse con l’inquinamento hanno i connotati, per fare solo qualche esempio, dell’enfisema polmonare e del cancro del polmone.
Acquisire la consapevolezza non generica né approssimativa della natura dei pericoli che i nostri polmoni e quelli dei nostri bambini corrono costituisce la premessa per una rinnovata mobilitazione della società civile verso il tema del contrasto all’inquinamento (ed agli inquinatori). La lista dei nemici da combattere è lunga. Essa comprende tra le altre alcune sostanze molto diffuse come il biossido di zolfo (SO2), di derivazione prevalentemente industriale dalla combustione di combustibili solidi o liquidi (carbone, petrolio etc), il biossido di azoto (NO2) derivato da processi di combustione ad elevata temperatura e presente nei gas di scarico dei veicoli a motore. E non è tutto! In una città come Palermo, soleggiata quanto poche altre, a partire dal biossido di azoto prima citato si produce tutta una serie di sostanze inquinanti note come smog fotochimico. A tutti questi si affianca un nemico insidioso quanto sottovalutato, il materiale particolato (PM), costituito da particelle sia solide sia liquide, caratterizzate da una composizione chimica che dipende dalla sorgente locale di produzione (auto, inceneritori, riscaldamento a carbone etc). In questo materiale si distinguono frazioni diverse in funzione del diametro delle particelle: il PM10 comprende particelle di diametro inferiore a 10 micron; il particolato fine comprende le frazioni di diametro inferiore a 2.5 micron. La pericolosità del PM per la salute è dovuta al fatto che queste polveri sottili possono essere inalate e raggiungere il polmone profondo, danneggiandolo ed interferendo con la funzione respiratoria.
L’effetto di tutte queste sostanze è nel migliore dei casi l’irritabilità delle vie aeree: tosse ed attacchi d’asma sono un’esperienza quotidiana di migliaia di bambini ed adulti, particolarmente in certe zone della città e quando le centraline di monitoraggio “sforano. Persistendo l’insulto, i polmoni vanno incontro ad infiammazione cronica e ad alterazioni di lungo periodo, non più reversibili come bronchite cronica, enfisema e tumori maligni. Il rischio è moltiplicato se il soggetto, adulto o bambino, è anche esposto agli effetti del fumo attivo o passivo.
Si badi: l’allarme non riguarda soltanto i giorni in cui i giornali segnalano il superamento di determinati livelli: non esiste infatti un valore soglia di sicurezza per la salute. Gli inquinanti sono tossici e lesivi secondo un rapporto dose-effetto: i danni sono cioè proporzionati alla concentrazione degli inquinanti e si producono ben prima che si raggiungano i livelli definiti per legge come intrinsecamente allarmanti
Occorre dunque recuperare la capacità di indignarsi per il pessimo stato dell’atmosfera delle cìttà in cui viviamo, perché se è incalcolabile il danno arrecato alla salute dal mancato controllo delle emissioni nocive, altrettanto incalcolabile è il beneficio che potremmo trarre dall’abbattere i livelli di inquinamento dell’aria. Naturalmente si tratta di un investimento di lungo periodo perché, come oggi la clinica registra gli effetti dell’esposizione realizzatasi nei decenni scorsi, così solo negli anni futuri potremo apprezzare gli effetti del disinquinamento cominciato oggi. Carpent tua poma nepotes.
* Prof. Vincenzo Bellia – Direttore dell’Unità operativa di malattie dell’apparato respiratorio dell’Azienda Ospedaliera Vincenzo Cervello di Palermo
Egregio Prof. Bellia,
ho letto con interesse il suo autorevole articolo e voglio porgerLe il benvenuto tra i relatori del nostro magazine. Lei ha perfettamente colto lo spirito del nostro blog, e cioè una piattaforma ” a tutto tondo ” aperta anche al mondo non lionistico e che possa servire da informazione ai nostri lettori e da veicolo per lo scambio d’idee. La sua ” firma ” non può che dare lustro al nostro magazine.
Cordialmente.
Salvatore Pensabene
Presidente L.C. Palermo dei Vespri
Esiste una fonte del diritto molto usata a Palermo “la consuetudine”.
Vi è la consuetudine “Secondo la legge”, quella “oltre la legge” ed, una delle più amate, quella “contro legge”.
L’aria è irrespirabile, non importa: è consuetudine!
Ciò che mangiamo è continuamente esposto ad agenti nocivi: è consuetudine.
Nessuno si indigna più… anche questa è consuetudine!