Farfalle di sabbia
(di Pietro Manzella)
Nel palmo
sabbia del deserto
che il vento
come cavaliere in battaglia
disperde e confonde
nel mare dorato
Oggi
un soffio alato
delicato
invisibile
ha riportato
nell’oceano del silenzio
ancora una luce
vicino al faro
Costernato
penso ai granelli
di pulviscolo
che ogni giorno
lasciano smarriti le mani
degli uomini.
Nella divisione ternaria della forma-sonata un riverbero di sole fra i pensieri che si affollano. La sabbia che si apre ad immagine di farfalla, ma allude alla lotta del cavaliere, pure alla solitudine del deserto (la solitudine del vivere?) che spesso non è triste, ma si fonde con il mare dorato della felicità. Nella ripresa centrale il deserto si materializza nel silenzio sfiorato dal soffio alato e dagli sprazzi intermittenti di luce. E poi fra tanta luce la desolazione dell’uomo che non riesce a cogliere questa eterna metamorfosi. Naturalmente sono semplici sensazioni, perché la poesia è musica, oltre che immagine e parola, è l’ineffabile, il detto oltre…
Spero che questa mia riflessione, da anime colleghe, riesca ad aprire un dibattito. Altrimenti che blog è quello dove tutti aprono e chiudono una finestra, senza percepire e accogliere la vita oltre il davanzale? Si può non essere d’accordo sulla vita oltre la finestra, ma è quella e non sta a noi dare giudizi positivi o negativi, è importante cogliere le buone intenzioni, quell’alito di pensiero, che ci fa tutti “angeliche farfalle”.
Grazie Carmelo,
condivido la tua tesi sull’opportunità del confronto, poiché solo così l’uomo può assumere maggiore consapevolezza della propria “essenza” e crescere nella ricerca dell’oltre…! Invito, però, osservando oltre il davanzale, a riflettere sulla “caducità” e “frivolezza” dell’uomo alla fine della sua vita, spesso simile a granelli di sabbia, che si confondono nel mare-luce.
Pietro Manzella