La luna sulla panchina
(di Pietro Manzella)
Ho alzato gli occhi
al cielo
ed ho visto
la luna
che scendeva i gradini celesti
lentamente
uno ad uno
fino alla panchina
dove ero seduto
La sfioravo
come il tuo volto
mentre
mi guardava compiaciuta
riempiendomi del silenzio
Gustavo
la delicatezza
della luce soffusa
la tenerezza e
il torpore
della notte d’estate
dipingendo
sul parallelo
delle nostre pupille
il carro dei desideri
Lei era lì
accanto a me
sulla panchina
sotto il lampione
che con l’acetilene
riscaldava il buio
in quel nostro angolo di strada
Lentamente
aperte le braccia
mi prese
cullandomi
e custodendomi
come prezioso gioiello
nello scrigno di legno
Chiusi le palpebre
mi adagiai in lei
respirando intensi
raggi di luce
La panchina vicina
bruciava
per il fuoco
appiccato da passanti
increduli e incoscienti.